Psicologia
Donna
Dott.ssa Mariacandida Mazzilli
UOMINI IN CRISI


Ma l'uomo è davvero in crisi?


Ancora oggi molte madri riservano ai propri figli maschi, trattamenti privilegiati
rispetto alle figlie, si mostrano più permissive, sono predisposte a proteggerli e a
giustificarli su tutto. E' facile così per questi figli scivolare in quella dipendenza
emotiva che, in qualche modo, ostacola o addirittura congela il raggiungimento
della propria autonomia. Per gli uomini possono così crearsi delle difficoltà sulla via
dell'emancipazione (non nella sfera economica ma in quella intima, dove è richiesta
libertà interiore e la capacità di fare a meno del consenso e del giudizio degli altri).
E tutto ciò avviene nonostante il fatto che, normalmente, l'uomo gode di una
maggiore libertà d'azione e deve sopportare meno limitazioni in una società
caratterizzata da modelli culturali dominanti tendenti a "proteggere" il maschio.
Instaurare un dialogo con sé, incontrare aspetti profondi della propria interiorità
diviene un'impresa faticosa proprio perché i propri bisogni e desideri sono stati
condizionati dalla madre in un primo momento e poi dalla moglie. Perché gli uomini
oggi sono in crisi? Perchè si sentono spesso insofferenti e disorientati e
soprattutto esprimono fragilità e insicurezza? Forse dovremmo intanto domandarci
se esiste ancora quella proverbiale tendenza della donna, tipica di altri tempi, a
coltivare e a fortificare l'ideale dell'Io maschile. Il "problema" è che le donne,
scavalcando i limiti culturali, hanno cominciato in tempi più recenti a competere con
gli uomini, si attivano per fare tutto quello che fanno gli uomini, hanno acquisito un
senso critico che, inevitabilmente, deforma l'immagine maschile (facendo
emergere aspetti meno idealizzati) e soprattutto hanno cominciato a rifiutare quel
"ruolo" di spalla e sostenitrice dell'uomo. Il risultato è che gli uomini trovano
maggiori difficoltà a conservare potere e credibilità agli occhi dell'altro sesso e
perdono progressivamente quella posizione privilegiata di cui spesso godevano in
passato nel rapporto con la partner.


Si parla da sempre della crisi di mezz'età. Dopo i quaranta, poco prima dei
cinquanta... un'auto più potente magari dai colori sgargianti, un abbigliamento più
giovanile, chi si rinfresca addirittura la tinta dei capelli, chi cerca un'avventura con
una ragazza più giovane... e via su questa linea. Perchè, ad un certo punto, certi
uomini sentono il bisogno di uscire dalla routine in cui erano finiti e cercano (a volte
in maniera un po' ridicola) di recuperare qualcosa che - per definizione - non torna?


Di fronte a questa "latitanza" femminile, gli uomini tentano di rimanere a galla
instaurando nuove esperienze relazionali, creandosi così attorno altre occasioni per
godere di consenso, ammirazione e sostegno femminile. Il tempo passa, il
bisogno di "conferme" e di ricostruire un'immagine unitaria di sè si fa più intenso e
in questi casi sono frequenti le relazioni con donne più giovani. Convincersi di
valere perché ci si rispecchia negli occhi di qualcuno che ci idealizza e non è in
grado di vederci in quella che è la nostra verità, è segno di grande vulnerabilità e
debolezza: c'è il pericolo di perdere il contatto con la realtà e di allontanarsi
definitivamente dai propri bisogni autentici e, soprattutto, dalla conoscenza di sé.
Maturare ha a che fare anche con la capacità di riflettere sui propri sentimenti,
elaborare esperienze personali, comprendere emozioni profonde, accettare propri
limiti. Gli uomini, generalmente, hanno la tendenza a cercare risoluzioni pratiche ai
propri problemi, fanno resistenza di fronte ad un rapporto più profondo con la
propria intimità. Fare un uso spropositato di "generalizzazioni", schematizzare la
realtà e incasellare i dati di ciò che si vive in precise categorie, semplificando tutto,
crea un'illusoria sensazione di maggiore sicurezza e di controllo su ciò che accade.
L'uomo in crisi teme di perdere i suoi privilegi e si sente minacciato nella propria
identità, alza barriere per difendersi e attacca prima di essere attaccato. Infatti gli
uomini più insicuri sono proprio quelli che esprimono maggiore aggressività, rigidità
e scoraggiano autentici confronti con l'altro sesso. Sono sempre di meno le donne
predisposte a investire energie per consigliare, elargire cure, ascolto e attenzioni
agli uomini con l'intento di "insegnare loro la vita", di "farli crescere" rinunciando
così definitivamente alla conquista della propria autonomia e favorendo, seppur
indirettamente, discriminazione sessuale e sudditanza. Sono sempre più numerose
quelle donne che decidono di concentrare l'attenzione su se stesse e sul proprio
valore, rifiutando l'idea di disperdere le proprie energie nel tentativo di far cambiare
il proprio uomo.
Ma attenzione a non esagerare! Si potrebbe cadere nell'eccesso opposto, un
rapporto freddo e distaccato, privo di passionalità e comprensione reciproca.
Quante donne hanno, almeno una volta, nel periodo dell'infanzia e
dell'adolescenza, desiderato di essere maschio o hanno invidiato fortemente
vantaggi e agevolazioni di cui traevano benefici fratelli e cugini? Quante hanno,
almeno una volta, provato il terrore di essere imprigionate nel ruolo unico di madre
e moglie? Sono proprio queste donne che oggi, deluse dal comportamento
dell'uomo, scelgono spesso la via dell' aggressività e dell'ostilità nei suoi confronti,
arrivando all'eccesso di ripudiare la propria femminilità e al paradosso di assumere
esse stesse quei tratti maschili che tanto criticavano.



Quali 'responsabilità' possiamo eventualmente attribuire alla donna di oggi, se
proprio vogliamo trovarne qualcuna?


Oggi le donne vogliono stare sempre più al centro dell'attenzione, prendere
decisioni in modo autonomo senza lasciarsi condizionare, hanno meno tabù e sono
diventate più esigenti rispetto alla vita sentimentale: desiderano rapporti più
coinvolgenti, passionali, sono portate a parlare delle loro storie, fanno paragoni,
prendono spesso l'iniziativa. Come risponde l'uomo a questa inaspettata
metamorfosi dell'altro sesso? Essendo stato abituato da sempre ad essere al
centro dell'attenzione, perde i suoi punti di riferimento e si sente minacciato. E
anche la sfera sessuale può risentire di così tante delicate implicazioni. Lui si
ostina a vivere la storia d'amore limitatamente al "qui ed ora", spesso senza un vero
slancio progettuale e senza una visione prospettica del futuro. Ricerca gratificazioni
immediate e tenta di sfuggire alle responsabilità. Anche l'ascolto dell'altro ne
risente, essendo questo tipo di uomo soprattutto concentrato ad ascoltare i propri
bisogni. La via d'uscita più facile allora è il rifiuto sistematico del dialogo autentico
(che porterebbe impietosamente alla luce una realtà fatta di evasività e
disimpegno). Viene così persa irrimediabilmente l'occasione di approfittare di
questo cambiamento nel ruolo della donna per costruire finalmente relazioni meno
scontate e banali, nelle quali mettersi in discussione e dare il giusto spazio
all'espressione di sé e al gioco. Reinventarsi continuamente il rapporto a due,
svincolandosi dalle catene precostituite e culturalmente radicate, può donare al
rapporto stuzzicante vitalità. Gli uomini accusano le donne di essere instabili,
incoerenti, ma perché ostinarsi a voler incatenare la libertà dei sentimenti che, per
natura, sono sempre in continuo movimento? Tutto ciò che si muove è vitale e tutto
ciò che è statico e prestabilito congela l'autenticità del sentire. Per conquistare una
donna oggi c'è bisogno di sensibilità, fantasia, sperimentazione continua di sé e
soprattutto la propensione all'ascolto e al confronto. E' totalmente fuori dal tempo
vedere ancora uomini evitare di prendere decisioni riguardo all'arredamento della
casa, delegare continuamente alla moglie il "dialogo" con il figlio adolescente, non
mettere mai piede in cucina e frequentare solo alcuni ambienti della casa (e solo
se c'è il televisore).
E che sollievo quando si scopre che esistono coppie in cui giovani padri cambiano
il pannolino al figlio o preparano da mangiare mentre la compagna stende i panni o
stira.

Dott.ssa Mariacandida Mazzilli