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NONNI BABY SITTER


Chiamarli vecchietti è quasi offensivo. I nonni di oggi sono nonni sprint: con una vita sociale attiva,
molti interessi, tanti amici. Ciò non toglie che stare con i nipoti permetta loro di vivere esperienze che
altrimenti non potrebbero mai provare. Attraverso il bambino, il nonno può vivere uno scenario
moderno, imparando così a stare al passo con i tempi. I piccoli con il loro entusiasmo travolgono chi
sta loro accanto: i nonni così hanno la possibilità di vedere il mondo anche dal punto di vista delle
nuove generazioni, scoprendo cose nuove o soprattutto non sentendosi esclusi da un realtà, che
senza il rapporto con i nipoti sembrerebbe un po' estranea. Lo scontro generazionale mantiene vivo
l'anziano e lo aiuta a sentirsi parte di una società diversa da quella cui era abituato.

Migliora il rapporto genitori-figli
Accudire un bambino fa sentire il nonno attivo e utile. Inoltre, può aiutarlo a conquistare in età matura
ciò che non è stato in grado di raggiungere prima. Innanzitutto può succede che solo diventando
nonno si avvicini al figlio. Rapporti che sono stati conflittuali possono diventare più sereni grazie al
nuovo ruolo. Attraverso il nipote, il nonno può recuperare il rapporto con il figlio, riconquistando
fiducia e comprensione. Non solo: se come genitore ha vissuto in maniera disorganizzata, con la
difficoltà ad accettare il proprio ruolo genitoriale, ora da maturo potrebbe essere invogliato a farlo.
Grazie al ruolo di nonno può acquistare un'identità meglio definita, che lo fa sentire più sereno e
realizzato.

Bisogna organizzarsi
Si inizia con il chiedere ai nonni di andare a prendere il bimbo al nido e spesso si finisce per affidarlo a
mamma e papà tutto il tempo. E loro non hanno il coraggio di dire di no, anche se vorrebbero
mantenere degli spazi propri. Spesso hanno lavorato per una vita intera e hanno raggiunto da poco
l'età della pensione, contenti finalmente di potersi dedicare un po' a loro stessi e, invece, vengono
"incastrati" dai figli. Per un figlio è difficile pensare che i propri genitori abbiano bisogni propri, la
necessità di uno spazio loro, una vita sessuale. Invece è così. Anche per questo dovrebbero imparare
a non pretendere troppo, ma lasciare che anche i genitori stiano un po' per conto loro. I nonni dal
canto loro devono imparare a dire di no.
*La cosa migliore è stabilire fin dall'inizio delle regole. Organizzazione è la parola d'ordine: entrambe
le parti devono impegnarsi a collaborare. Quindi i nonni possono rendersi disponibili, ma solo per
alcune ore e dirlo fin dall'inizio. Così i figli possono incastrare al meglio tutti gli impegni.

Mai a tempo pieno
Del resto un impegno a tempo pieno non farebbe "male" solo ai nonni.
*Per i genitori sarebbe un male perché toglierebbe loro parte della loro autorità. Il rischio è che il
piccolo faccia confusione fra nonni e genitori e non sappia più quali siano i suoi veri educatori. Inoltre,
fare troppo affidamento sui nonni a lungo andare deresponsabilizza mamma e papà dei piccoli,
impedendo loro di crescere come genitori.
*I piccoli, invece, hanno bisogno di passare parte della loro giornata anche con i loro coetanei, meglio
se all'asilo. I bimbi imitano ciò che fanno i bambini più grandi, quindi, andando alla scuola materna i
bambini imparano a mangiare come fanno gli altri, a dormire quando viene chiesto loro di farlo e a
rispettare le regole. All' asilo imparano che non sono gli "unici" ma che devono rispettare il loro turno.
Cosa che, invece, a casa non fanno perché ci sarà sempre un adulto che accontenterà il loro
capriccio.

Il nonno ideale
Il nonno ideale dovrebbe essere attivo, disponibile, discreto, poco invadente, desideroso di stare con
il nipote e un grande ascoltatore. I bambini dopo la scuola, l'asilo, il pomeriggio passato con
l'amichetto hanno bisogno di raccontarsi: il nonno, che è la prima persona famigliare che incontrano,
deve saper ascoltare, chiedendo al nipote non solo cose superficiali, tipo " Che cosa hai mangiato?",
ma anche più profonde, per esempio "Come ti senti"? "Ti sei divertito?" senza però forzare il
bambino. Deve imparare a rispettare i suoi tempi e soprattutto a entrare nel suo mondo e a capire il
suo linguaggio. Spesso i bambini non dicono a parole ciò che sentono, il malessere può celarsi dietro
un mal di pancia o la difficoltà ad addormentarsi o dietro capricci continui: il nonno deve imparare e
diventare un buon interprete.
*Spesso il vecchietto della famiglia detta legge, invece deve essere solo un consigliere: il nipote non
deve fare ciò che lui decide, ma ciò che i genitori vogliono. Anche se sono in disaccordo con quanto
deciso dai figli è bene che non si intromettano, per non confondere il bambino. Meglio parlarne
separatamente con i genitori.

Collaborazione famigliare
Mamma vuole, papà no. Se i due partner sono in disaccordo per alcune decisioni importanti i nonni
dovrebbero evitare di intromettersi. Schierarsi da una parte o dall'altra rischierebbe solo di aumentare
la rivalità all'interno della coppia. La stessa regola vale in caso di contrasti con il figlio. Se nonno e
figlio non vanno d'accordo, il nonno rimane comunque importante per il nipote, è fondamentale è che
non si metta in mezzo e il figlio non lo ostacoli.
*Può succedere che le due coppie di nonni entrino in competizione fra loro, trascinando all'interno del
rapporto con il nipote antichi rancori verso i rispettivi genitori del piccolo. Per esempio tipica è l'
aggressività verso la nuora ( che si pensa essere non in grado di fare la mamma per il proprio nipotino
o la moglie per il proprio adorato figlio) o molto comune è l' antipatia verso il genero ( da sempre
indicato come un buono a nulla, incapace di rendere felice la propria figlia perfetta). In questo modo si
finisce per confondere e far soffrire i più piccoli. Invece, le coppie di nonni dovrebbero collaborare,
proteggere il legame autentico con il proprio nipote, tenendo sempre bene presente che la cosa più
importante è il bene del nipote. I figli, in questi casi, possono stabilire dei turni, in accordo con gli
impegni di tutti, chiedendo però ai rispettivi genitori una certa flessibilità.

Ci guadagnano anche i piccoli
Se i nonni possono imparare dai nipoti a conoscere il "nuovo mondo", i piccoli possono imparare dai
vecchi a conoscere la storia. Attraverso i racconti e le testimonianza dei nonni, i bambini possono
ricostruire la storia della propria famiglia e comprendere che anche mamma e papà un tempo sono
stati bambini, con le loro marachelle da nascondere e le loro conquiste da sbandierare orgogliosi.
Questo aiuta i piccoli a costruirsi una propria identità e a capire meglio qual è il loro ruolo nella
famiglia e nel mondo. Il contatto con i nonni, inoltre, permette loro di comprendere cos'è la vecchiaia:
non è qualcosa di lontano e brutto, ma una fase normale del vivere. Così imparano a vivere
diversamente anche il passare del tempo e i ruoli "sociali". Spesso il messaggio che la società
trasmette loro è che "si è ciò che si fa" e "se non fai niente sei una nullità".. L'attuale civilizzazione,
con la sua intensificazione dei ritmi, la crescita della concorrenza, stimola l'individualismo e la
visibilità, annienta ogni reciprocità, preferendo l'apparenza. Si diventa intolleranti verso la debolezza.
Conta mostrarsi, essere in forma, ai vertici. Il rischio che si corre è l' inaridimento della vita interiore.
Quelli che non riescono "a farcela in tutto", non possono che essere esclusi. Grazie ai nonni i nipotini
possono, invece, capire che vale anche chi non è necessariamente efficiente, ma ha delle idee, dei
ricordi, pensa, è simpatico proprio come i nonni. Da non dimenticare poi che il rapporto nipote-nonni
è ludico: il nonno non è l'educatore ufficiale, ma un ponte tra le regole sociali e il mondo della fantasia,
del divertimento. Quindi è anche il compagno di giochi, il membro della famiglia con cui ridere e
scherzare, ma anche parlare dei piccoli problemi in una forma meno ufficiale.


Dott.ssa Mariacandida Mazzilli
Dott.ssa Mariacandida Mazzilli
La Dott.ssa Mazzilli ospite della trasmissione
"BenFatto" di Rai Radio Uno.

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