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L'ARRIVO DI UN FRATELLINO L'arrivo del fratellino è una scoperta sconvolgente per il bambino dalla quale sono esclusi i bambini di meno di 18 mesi i quali, a causa della loro età, non hanno ricordi consci ma vivono una specie di annullamento della memoria, l"amnesia infantile" che permette loro di avere l'impressione di aver sempre vissuto con un fratello. Per i primogeniti ( si può prendere in considerazione i 3 anni come età più completa per poter parlare, a livello conscio, del turbinio di emozioni che travolgono un primogenito alla sola notizia dell'arrivo dell' "intruso") dividere l'amore dei genitori è inimmaginabile. La prima reazione più immediata è la gelosia. Ognuno di noi ha l'illusione di essere l'unico, il solo al centro dei pensieri e dell'interesse degli altri. Cosa prova un bambino alla notizia dell'arrivo del fratellino e alla sua nascita? Quando arriva un fratello o una sorella, il bambino è costretto a pensarsi "grande" . In famiglia infatti si parla del nuovo arrivato identificandolo come il "piccolo". A volte, alcuni bambini possono vivere questo evento come una imposizione, fanno fatica ad accettarlo, è un dolore intenso che può manifestarsi anche con l'interruzione o il ritardo della crescita. I bambini di 3 anni pronunciano già tante parole, comunicano, disegnano e i loro disegni sono appesi sulle pareti della loro stanzina. Si crea, con i genitori una vera e propria interazione dove loro sono al centro assoluto dei pensieri di mamma e papà e sono soprattutto la gioia dei loro genitori. A questa età i bimbi sono convinti che la loro mamma è la più bella del mondo e il loro papà è l'uomo più forte della terra, è un periodo di amore fortissimo che, al solo pensiero di dover essere diviso con il fratellino che, anche se non ancora è nato, ma già così presente nei suoi cari genitori, diviene dolorosamente insopportabile. A 3 anni si và già all'asilo nido, lasciare la mamma è faticoso, ci vuole del tempo perché il bambino superi completamente la fase che gli psicologi chiamano di "individuazione-separazione", attraverso la quale il piccolo riesce a sopportare l' assenza della mamma grazie al pensiero. Si tratta di un meccanismo che permette al bambino di pensare la mamma anche se è lontano da lei, e conservarla dentro di sé fino al suo ritorno. Superare l'angoscia di abbandono è un lavoro complicato e lento, il figlio deve poter, ad un certo punto, riuscire ad immaginare la mamma, in un altro posto, occupata in altre faccende, deve riuscire cioè a convincersi che la mamma ci sarà sicuramente al suo ritorno. Ma come è possibile essere sicuro di questo se si preoccupati che la mamma sia altrove perché si sta dedicando al fratellino? Questo pensiero può mettere in dubbio quell' amore tanto speciale che era solo per lui, il bimbo può credere che la mamma non gli voglia più bene come prima. Alla nascita poi del fratellino, il primogenito è obbligato a subire tutte quelle smorfie, risolini degli adulti, insomma di tutti coloro che in casa, "impazziscono" per il nuovo arrivato. Come dare la notizia al bambino? E' molto importante preparare il bambino alla nascita del fratellino, evitare, il più possibile che l'evento venga vissuto come inaspettato e improvviso: sarebbe un trauma troppo grande. Il primogenito deve essere rassicurato dell'amore dei genitori, l'ansia dell'abbandono diminuisce se il piccolo riesce a immaginare che i genitori possono amare due fratelli allo stesso modo. Anche se gli sforzi posso essere tanti da parti dei genitori, per il fratellino "grande" sarà difficile non percepire meno amore. I bambini vivono di "paragoni", attraverso le differenze riescono a definirsi meglio. Si potrebbe rassicurare il bambino che l'amore dei suoi rimarrà invariato, raccontandogli episodi legati al periodo in cui lui era piccolo, cercando di stimolare ricordi, scene dove lui era il protagonista. Utile potrebbe essere mostrargli le sue foto, ridere insieme di alcune sue marachelle simpatiche. In questo modo potrebbe essere rivalutato e affermato il passato tanto da poter aiutare il piccolo a tollerare un po' meglio la presenza del nuovo venuto. Come comportarsi durante la gravidanza e una volta arrivato il nuovo bebè? Il primogenito intuisce che c'è qualcosa di nuovo, che qualcosa è cambiato in casa. Si accorge del malessere della mamma, le sue nausee, continui controlli medici. Avere la pazienza di spiegare al figlio cosa sta succedendo, specialmente se lui assiste ad una conversazione o,meglio ancora, se è lui stesso che si interroga o chiede spiegazioni, sempre specificando che tutto quello che avviene, si è verificato anche quando è nato lui. Evitare di far assistere il bambino alle ecografie della mamma, deve essere una esperienza veramente disorientativa vedere il ventre della mamma, potrebbero nascere fantasie incestuose e sicuramente confusione. Quando nasce il fratellino, chiaramente la mamma sarà occupata totalmente dal nuovo arrivato, in questo periodo sarebbe molto utile la presenza del papà che dovrebbe lasciare il neonato alla mamma e giocare da solo con il primogenito. I fratellini godono di vantaggi maggiori se l'amore viene distribuito separatamente. Se il piccolo non supera il problema? Quando la gelosia si fa sentire, alcuni bambini possono attivare delle strategie per riconquistare l'amore perduto. Per esempio si può avere la tendenza a farsi "piccoli" quanto il bebè, si diventa nervosi, inquieti, iperattivi, spesso possono soffrire di sintomi somatici, il più comune è il disturbo del sonno. Non rari sono i bimbi che vogliono attaccarsi al seno o bere con il biberon, alcuni bambini vivono apertamente la gelosia manifestando comportamenti aggressivi anche verso il fratellino: pizzicotti, pugni, tirano i capelli. In questi casi è facile, per i genitori spaventarsi, innervosirsi ma in realtà questi gesti aggressivi del primogenito, non sono pericolosi, è una diretta espressione delle loro fantasie, del loro stato d'animo. Una persona gelosa è in preda a una costante ambivalenza di sentimenti: ama e odia nello stesso tempo. Anche attraverso il disegno molti bimbi riescono ad esprimere gli "attacchi" al fratellino magari disegnandolo distaccato dagli altri componenti del gruppo famigliare o persino, con la faccia piena di scarabocchi per manifestare la loro contrarietà e il fatto che sentono il fartellino "sbagliato". E' importante non reprimere troppo severamente le prime espressioni di gelosia, i bambini potrebbero imparare a mimetizzare i propri sentimenti per non essere esclusi dall'amore dei genitori. Alcuni bambini invece non riescono ad esprimere la propria aggressività, i "falsi passivi" potrebbero esplodere, in un secondo momento magari con maggiore vigore e questo è sicuramente più preoccupante. Alcuni bambini tendono a rivolgere contro se stessi l'aggressività: mal di pancia, incubi, nei casi più estremi possono anche disinteressarsi a tutto ciò che li circonda. A volte esprimono premure estreme verso il fratellino soffocandolo di baci, abbracci, fino a farlo addirittura piangere. anche in questi casi la loro aggressività si trasforma in meccanismi di difesa Bisogna rimproverarlo se si comporta male? La gelosia è un sentimento naturale, spontaneo, non può essere categorizzato tra i comportamenti "sbagliati". Nessun sentimento è giusto o sbagliato. L'intensità delle reazioni di gelosia hanno a che fare con il carattere del bambino, con la loro capacità di sopportare la frustrazione e anche con il tipo di rapporto che si crea con i genitori. La gelosia, pur essendo una reazione naturale, potrebbe assumere sfumature tollerabili o spietate. Queste manifestazioni di aggressività del primogenito possono essere sanate con la tenerezza, rassicurare il bimbo che i genitori continuano a nutrire amore per lui è un grande gesto d'amore. Consigli per i genitori Non fare l'errore di rimproverare e di punire un bimbo geloso, lasciare che i sentimenti anche aggressivi si manifestino. In seguito, tra fratelli, si dovrà vivere necessariamente quella giusta competizione, rivalità, se un fratello si siede in braccio alla mamma, l'altro le prende la mano, se l'uno si impossessa della bambola, l'altro si scaraventerà sul gioco del trenino. Le gare, le lotte sono giochi abituali e per i genitori è facile ad un certo punto non farci più caso. Comunque nessun figlio è uguale all'altro, l' attenzione che un genitore può dare ad ognuno dei figli è diverso, non c'è un unico modo di amare, si può amare un figlio per la sua dolcezza, l'altro per la sua simpatia etc. Si amano i figli in modo diverso anche in funzione all'età che hanno, anche l'età dei genitori fa la differenza, a vent'anni il rapporto con il proprio figlio non può essere uguale a quando si ha 40 anni. La maturità del genitore cambia nel corso del tempo così anche il suo modo di assolvere il ruolo genitoriale. Importante per il genitore è chiedersi non quanto si ama ma come si ama un proprio figlio. Spesso i genitori hanno para di fare delle differenze, temono di far soffrire un figlio per dedicarsi all'altro. I figli lo percepiscono e possono anche approfittare per conquistare privilegi. I genitori che hanno paura di non dare amore sufficiente o quelli che temono di fare delle differenze, sono ancora legati a ciò che pensano di non aver ricevuto a sufficienza dai propri genitori oppure sono convinti che i figli contenti sono solo quelli che hanno avuto agevolazioni e vita facile. In realtà la serenità dei figli può dipendere molto dal fatto che si è insegnato loro che la vita è piena di imprevisti, di esperienze anche dolorose e il bisogno di crescere bene è la capacità di rialzarsi ogni volta si vive una esperienza difficile e sofferta. Il segreto è proprio aiutare il proprio figlio a guardare sempre in faccia la realtà e a imparare ad affrontarla e ad accettarla. |
Dott.ssa Mariacandida Mazzilli |
Dott.ssa Mariacandida Mazzilli |