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EROTISMO DELLE 50ENNI |
A 50 anni si prova ancora desiderio sessuale? Il desiderio sessuale ha a che fare con il rapporto che la persona ha con se stessa, la fiducia in sé, il piacersi, la capacità di accettare il proprio corpo. Rapporti familiari problematici, il modo di relazionarsi agli altri influiscono sulla sessualità e sulla ricerca del piacere a tutte le età. Ciò che avviene nell'intimità non è altro che l'espressione del modo di essere in coppia: tutto dipende da cosa ci si aspetta e da come si è abituati a considerare la sessualità. L'interesse sessuale decresce con l'età. Quello che non è ancora chiaro del tutto è se questo minore interesse sia dovuto a fattori organici, oppure sia una conseguenza dei cambiamenti nell'aspetto, nel sentirsi meno attraenti e desiderate, nell'avere ormai dei figli grandi che possono esprimere dei giudizi severi sui comportamenti dei genitori, sul non avere più accanto un partner desiderabile e premuroso. La 50enne ha più bisogno di intimità che di sessualità dirompente. La donna a questa età può raggiungere il piacere ed essere ugualmente soddisfatta al pari della donna più giovane da un punto di vista sessuale, anche se i rapporti intimi sono per lei meno coinvolgenti dal punto di vista erotico. Vi è una maggiore ricerca dell'intimità di coppia, di uno scambio di attenzioni, coccole. Ogni tipologia di manifestazione di affetto è vissuta come fortemente appagante. E' vero però che le donne non sono del tutto libere di esprimere il desiderio sessuale, di farlo diventare comportamento, come da sempre fanno gli uomini, e questo porta spesso all'erronea convinzione che il desiderio femminile sia meno intenso di quello maschile. Perchè molte donne, soprattutto un tempo, chiudono in un cassetto la propria sessualità arrivate ad una certa età? In passato i frequenti "mal di testa" della donna, utili ad eludere il dovere coniugale, erano la testimonianza di quanto il dialogo fosse strumento sconosciuto all'interno della coppia: difficilmente si ammetteva di non desiderare di fare l'amore. Oggi la donna sta imparando ad accettare la possibilità di essere rifiutata e anche quella di rifiutare il partner. Sono ancora numerose le donne che accettano di avere un rapporto sessuale con il partner anche se non lo desiderano. Può subentrare la paura che l'altro si stanchi oppure che vada con un'altra, magari più giovane, ma a volte ci può essere anche il timore di una ritorsione fisica, psicologica o economica. Alla lunga, il sentirsi costretta, forzata, incapace di prendersi la propria libertà di scegliere, può favorire la nascita di una certa repulsione nei confronti del partner. Compiacere l'altro ad ogni costo, non soddisfa certo noi stessi. A volte le donne usano la sessualità come strumento di potere, ("mi concedo solo quando va bene a me", come dire "ti faccio pagare tutto quello che non mi stai dando") sottraendosi quindi al rapporto sessuale nella convinzione che, così facendo, si possa ricattare l'uomo. Ma i bisogni dell'uomo vanno al di là del solo rapporto sessuale. Quando l'uomo dedica poche attenzioni, è spesso assente, la donna vive con grande insoddisfazione il momento della sessualità, proprio perché vengono a mancare componenti importanti del suo modo di amare: la tenerezza e la condivisione emotiva che spesso accendono il desiderio e la sua fantasia sessuale. Le donne sono più portate a valutare l'attività sessuale in termini di qualità del rapporto, gli uomini invece sono generalmente più interessati alla quantità e sono più preoccupati di questioni inerenti la "performance". Ma, paradossalmente, un'altissima frequenza di rapporti sessuali può nascondere proprio delle carenze nel rapporto di amore. Infatti, quando i protagonisti della coppia riescono a vivere una buona intimità, si sentono soddisfatti e non avvertono l'esigenza di aumentare a dismisura la quantità di rapporti sessuali se non realmente desiderati. Se si riesce a vivere la pienezza e l'appagamento nel rapporto, la frequenza effettiva dei rapporti sessuali può essere considerata questione francamente secondaria. Uno degli errori ricorrenti nel comune modo di pensare, come dicevamo, è quello di considerare il rapporto sessuale come se fosse una performance. Curare la "prestazione" cercando di fare bella figura può far perdere il sapore autentico del piacere sessuale e quindi comportare anche un calo del desiderio. Spinte dalla necessità di dover per forza essere belle e giovanili, molte 50enni finiscono per essere vittime di una cultura narcisistica non valorizzando più se stesse e il loro mondo interno. Come influisce la menopausa sul desiderio dal punto di vista psicologico? Ogni età porta con sé problematiche peculiari. In adolescenza, parallelamente all'inizio dello sviluppo dell'identità, vi è una ricerca pulsionale attiva del piacere tutto e subito, ma non è detto che le pulsioni giovanili garantiscano l'appagamento. Spesso durante l'adolescenza alcune ragazze frenano i loro impulsi sessuali perché bloccate da fattori culturali o da un'educazione troppo rigida. Non è raro il caso di "compressione" del desiderio sessuale per via di problematiche relative all'accettazione del proprio corpo, alla convinzione di non sentirsi desiderate o desiderabili. A 30 anni prevale il desiderio di costruzione di un rapporto e di reciprocità. La ricerca del piacere sessuale perde l'esuberanza adolescenziale e nasce l'esigenza di conoscersi e di conoscere più profondamente il partner. La menopausa è il preludio ad una sessualità non centrata esclusivamente sul corpo, cala la frequenza dei rapporti sessuali e si ricerca un'intima complicità fatta anche di tenerezza, baci ed affinità intellettuali. E' vero che più si cresce, meno inibizioni e meno paure ci sono? Non è, invece, vero il contrario? Con la maturità tende ad aumentare l'accettazione di sé e l'inibizione tipica dell'età più acerba lascia il posto ad un pensiero più tollerante e aperto. Quello che può accadere è che l'inibizione si trasformi da "interna" (l'educazione, l'insicurezza, la non accettazione del proprio corpo, etc.) ad "esterna" (il giudizio degli altri, dei figli, del partner, etc.) Come cambia il rapporto con il partner? All'inizio di una storia d'amore predominano colori vivaci, intensi: passione, grandi aspettative nei confronti dell'altro, si desidera stare insieme per sempre, sembra tutto meraviglioso, perfetto. L'altro appaga i nostri bisogni, è stato scelto proprio per questo, ci fa sentire speciali. Ma l'amore ha bisogno di crescere, maturare e anche la sessualità si trasforma attraverso lo stare in coppia. Il passaggio dall'idealizzazione infantile della coppia ad una dimensione più realistica del rapporto è delicato e spesso doloroso. L'altro si può incontrare anche a livelli diversi. Con il tempo aumenta la consapevolezza di sé e la reciproca conoscenza, la sessualità diviene una delle tante strade per conoscersi, per comunicare la tenerezza e per stare bene insieme in modo più profondo e completo. Capita, a volte, che tutta una serie di preoccupazioni e problemi (i figli, la malattia di persone care, questioni lavorative) rendano più tiepido il desiderio sessuale. In questi casi è necessario comunicare all'altro, con estrema sincerità, lo stato d'animo del momento, rendendolo partecipe della propria difficoltà, del proprio disagio, chiarendo soprattutto che il calo temporaneo di un desiderio non va interpretato come la diminuzione del sentimento d'amore. Le incomprensioni, a lungo andare, possono determinare distanza, congelano gli slanci emotivi. Quando non c'è la disponibilità a parlare con l'altro, si possono creare degli spazi vuoti all'interno della coppia che, inevitabilmente possono riempirsi successivamente in altro modo. Un lutto precedente, un divorzio alle spalle, possono rendere molto difficoltoso lasciarsi andare in un nuovo rapporto e il desiderio sessuale potrebbe risentirne. Anche un tradimento non superato, non affrontato profondamente, porta al calo del desiderio sessuale per chi è stato tradito. Sentimenti di rabbia, rancore creano barriere difficili da abbattere. Per alcuni, un grande senso di colpa relativo al piacere sessuale o la paura di fronte ad una crescente intimità nella relazione, possono essere alla base di un calo del desiderio sessuale. Se il legame col partner si fonda soprattutto sulla sessualità e penalizza altre modalità di comunicazione e di espressione, la noia potrebbe prendere il sopravvento, la coppia non avrebbe nessun altro appoggio per mantenersi in vita. Vivendo la sessualità come uno dei tanti modi per "comunicare" con l'altro, i naturali momenti di pausa o di calo, potrebbero essere vissuti come uno stimolo a riflettere su un particolare momento dell'evoluzione del rapporto. Come può una coppia mantenere vivo il desiderio anche dopo una certa soglia? Stare insieme è una scommessa affascinante, anche se assai complicata. Importante, sia per l'uomo che per la donna, è ascoltarsi per scoprire le proprie esigenze: concentrarsi su se stessi, capire prima di tutto cosa si vuole, interrogare il proprio corpo. Solo in questo modo si può scoprire di più a proposito del partner, di ciò che desidera e limitare il rischio di perdere di autenticità. Le sensazioni intime sono una testimonianza del nostro modo di provare piacere. Cercare esclusivamente di rendere felice il partner, tralasciando il proprio personale piacere, non nutre la coppia ma la distrae. Interrogarsi profondamente potrebbe far scoprire che qualcosa non va nel rapporto, che ci si sente poco appagati dalla relazione. Altre volte si può anche scoprire di non amare più la persona che ci sta accanto. Costruttivo sarebbe affrontare il problema parlandone insieme, senza far passare troppo tempo, esprimendo i propri dubbi, il proprio disagio, ridefinirsi come individui e come parti di una relazione. Come può, invece, una donna rimasta single continuare ad avere un buon rapporto con il proprio erotismo e poi con un nuovo uomo? Non si può avere un buon rapporto col proprio corpo e col proprio erotismo senza prima aver raggiunto un buon rapporto con se stessi. E' importante che la donna single coltivi i suoi interessi, impari a conoscersi profondamente ed accettarsi. In questo modo aiuterà se stessa a ricercare piaceri autentici. Fare l'amore, rompere le barriere che separano dall'altro, lasciandosi andare veramente, può essere percepito come esperienza che spaventa. Accettare il rischio aiuta a conservare autenticità e spontaneità. Importante è avvicinarsi all'altro senza perdere il senso della nostra integrità e senza essere invasi. Fare l'amore veramente vuol dire conoscersi, osare con l'altro, confrontarsi con le proprie sensazioni (anche le più "primitive"). Cercare sempre il nuovo, il non conosciuto nell'altro, aiuta a liberarsi dalle inibizioni. Importante è lasciarsi sorprendere da quello che c'è di unico dentro noi stessi e in un nuovo partner. La donna single può accettare la sfida, rischiare un po' di più e scoprire che il piacere è da ricercarsi nell'incontro profondo con l'altro. |
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Dott.ssa Mariacandida Mazzilli |
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