Psicologia
Donna
Dott.ssa Mariacandida Mazzilli
Perché alcune donne sono attratte da uomini già impegnati?

L'attrazione verso una persona affonda le sue radici profonde nel desiderio sessuale, nella
soddisfazione istintuale di quella bramosia. Innamorarsi vuol dire anche vivere il desiderio di
possesso ed esclusività dell'amato. Ma cos'è allora che spinge una donna a frustrare questo
desiderio ricercando l'amore di un uomo impegnato?
Noi amiamo nel modo in cui abbiamo imparato ad amare durante la nostra infanzia e vogliamo
essere amati in maniera conforme con le nostre esperienze infantili. Laddove, nell'infanzia, le figure
genitoriali non vengono interioriorizzate come calde ed empatiche, nella vita adulta la ricerca di un
rapporto amoroso dovrà fare i conti con i propri vissuti interiori e potrà tendere verso situazioni
difficili o addirittura impossibili. Ci si può innamorare del ragazzo della migliore amica, del capo
ufficio sposato, o della persona che non ricambia in maniera esclusiva. Desiderare solo uomini già
impegnati può significare non stare completamente in un rapporto o addirittura non desiderarlo
affatto.
Si evita così il dolore di una eventuale separazione con l'oggetto d'amore, si evita di rivivere quella
ferita di non essere stati amati sufficientemente o magari abbandonati. "Non soffro perché non ti ho
mai avuto completamente".
La donna attratta dall'uomo impegnato lo conosce davvero a fondo o piuttosto si abbandona alle
fantasie amorose inseguendo un sogno, riempiendo le inevitabili caselle vuote dell'identità
dell'altro con parti di sé proiettate? In un rapporto triangolare, l'amante è costretta a vivere in
clandestinità, crede di avere le parti più belle dell'altro, ma in realtà ne gode solo in parte e, forse,
non lo conosce nemmeno profondamente. E' più difficile amarsi condividendo la quotidianità, con
tutti i problemi reali, che farlo saltuariamente, andando a mangiare al ristorante, incontrandosi in un
motel. Eccitante, forse si, ma manca qualcosa.
E' possibile che l'altro non sia realmente amato per quello che è, ma come ricettacolo delle proprie
proiezioni ideali, come creatura che si vorrebbe poter plasmare secondo i propri modelli interiori,
secondo i propri bisogni. E infatti accade spesso che, quando l'uomo sposato accenna ad una
separazione dalla moglie e diviene quindi realistica la possibilità di vivere finalmente un rapporto
alla luce del sole, la donna fugge. Nell'amore impossibile, i fantasmi edipici vengono replicati
mediante la ripetizione triangolare: lui, lei e l'altro (l'ostacolo), si ama colui che non si può avere
come, nell'infanzia, inconsciamente, si amava il genitore del sesso opposto, desiderato ma mai
raggiunto.
Questo tipo di situazione ricorda piuttosto quegli innamoramenti adolescenziali, quando emozioni
e sensazioni rimangono su un piano istintivo, in attesa di evolvere in un amore completo e maturo,
condividendo un percorso di crescita.
L'amante può vivere più o meno inconsciamente la rivalità con l'altra donna e nutrire false illusioni
circa un futuro insieme all'uomo, oltre all'ingenua convinzione di avere un potere su di lui ("tanto
grande è l'amore per me che lascerà sua moglie"). Nella maggior parte dei casi non è esattamente
così. Il ruolo dell'amante può ridursi ad una sorta di contenimento per tutte le lamentele, le
insoddisfazioni e gli sfoghi del partner riguardo alla sua compagna ufficiale.
Può esserci una inconscia soddisfazione nel ruolo protettivo, materno, ma, più
probabilmente, vi è una sofferenza profonda che fa da sfondo ad una bassa autostima: ci si sente
non degni di essere amati, ma si pensa di poter interessare all'altro perché lo si cura, lo si soccorre.
Alla base vi è la paura di essere abbandonate che comporta l'attaccamento morboso a qualcuno
che si finisce con il ritenere indispensabile per la propria sopravvivenza.
Può capitare che l'uomo impegnato finisca per dividersi tra l'amante, che può dare ciò che nel
rapporto ufficiale ormai manca, e la moglie, non vivendo completamente né l'una né l'altra. Sono
molte le donne che chiedono allo psicoterapeuta "suggerimenti" per poter scoprire se l'uomo sia
veramente interessato a loro o sono soltanto alla ricerca di un'amante…
Non ci sono delle regole fisse che possano determinare dei comportamenti-spia per capire se una
persona è interessata veramente o se sta cercando solo un amante. Esistono uomini che riescono
a vivere perfettamente due relazioni contemporaneamente. L'uomo sposato, anche se sta male con
la moglie, difficilmente la lascia di sua spontanea volontà. Oscilla continuamente tra la voglia di
porre fine al rapporto e il senso di colpa: solitamente è la donna
a prendere la decisione, l'uomo ha difficoltà a separarsi. Il bambino, nella sua fantasia inconscia, si
considera l'unico destinatario dell'interesse della madre, molto probabilmente, la convinzione di
essere l'oggetto del desiderio della madre continua anche nell'età adulta: lasciarla vorrebbe dire
ferirla così come (lasciare la moglie vorrebbe dire ferirla). Non sempre gli uomini vivono liberamente
le proprie emozioni, sono portati a negarle con l'illusione di sfuggire alla sofferenza. Tutto ciò può
ridurre il ruolo dell'amante ad una sorta di evasione passionale/sessuale.
Un segnale di possibili "intenzioni più serie" potrebbe essere l'esistenza di momenti di
condivisione profonda, di interessi comuni, vicinanza al di là della sola sfera sessuale. Anche un
allontanamento dalla compagna "ufficiale" potrebbe essere indicativo di un interesse più autentico.

Quando una donna lascia perdere…
Provare una attrazione implica anche un forte desiderio di soddisfarla. Soffocare sempre
volontariamente quel desiderio può portare disagio e sofferenza e, alla lunga, induce a vivere in
modalità repressa la propria vita. Chi è predisposto a frenare qualsiasi impulso, sta probabilmente
evitando un contatto emotivo, è trattenuto ed è poco disponibile a lasciarsi andare a ciò che sente
veramente e al rischio, scegliendo magari partner rassicuranti, al solo scopo di allontanare la
solitudine. La donna che, pur attratta da un uomo impegnato, frena la passione, potrebbe anche
nascondere, dietro spiegazioni come: "lascio perdere perché sono onesta", "perché non ne vale la
pena", "perché credo a certi valori", una difficoltà a mettersi in discussione ed affrontare conflitti,
aspetti incoerenti e lati "scomodi" della propria personalità.

Quando una donna provoca e aspetta…
Provocare e poi scappare ricorda un po' quello che fanno le bambine quando stuzzicano il papà,
fanno un balletto con la gonna che gira e poi corrono lontano vedendo l'effetto che fa. La
seduttività alimenta una fantasia inconscia onnipotente, "faccio in modo che l'altro venga attratto
da me, cioè attiro la sua attenzione". Sembrerebbe più un desiderio narcisistico di essere
apprezzati, notati, considerati. Forse finisce tutto lì. Forse il confronto aperto spaventa e si
preferisce lasciare che sia lui a esporsi, a rischiare di più.

Quando una donna decide di sfidare…

La donna che "agisce" le proprie pulsioni, istintivamente e senza darsi il tempo di pensare,
soddisfa nell'immediato, il desiderio che deriva dall'attrazione, ma può, così facendo, penalizzare la
comprensione più profonda dell'altro e la costruzione di un rapporto. In questi casi, la sessualità
potrebbe essere guidata da una fantasia aggressiva di "impossessamento". Si può assistere ad un
tentativo di dominio sulla persona desiderata, l'altro viene ricercato solo per avere su di lui un
completo controllo. Forse alla base c'è un atteggiamento di fondamentale sfiducia che potrebbe
portare a non investire sul futuro, per farsi invece guidare dal piacere immediato della situazione.
Questa modalità può lasciare l'amaro in bocca, acuire la solitudine.

Dott.ssa Mariacandida Mazzilli