Psicologia
Donna
Dott.ssa Mariacandida Mazzilli

Donne. L'importanza di poter stare da sola ogni tanto. Dalle vacanze senza il partner al concetto di 'me time'

Sembra che nella coppia sia più spesso la donna a cercare di ritagliarsi degli spazi propri rispetto agli uomini "Ho bisogno di starmene un po' da sola". È così? E se sì, perché?

Le donne sono abituate da sempre, per cultura e per tradizione, a concentrarsi su un compito che sembra essere destinato solo a loro: amare e accudire gli altri…genitori, figli, mariti, fratelli, amici etc. Viene insegnato loro che ci vuole dedizione e impegno per poter soddisfare i bisogni di tutti. Diventa facile così trascurare i propri sogni, le proprie attitudini, la spontaneità e la leggerezza di vivere, non si ha il tempo per conoscersi profondamente e si rischia di perdersi. Nel rapporto di coppia tutto questo viene riprodotto in modo chiaro dalla donna che esprime, spesso e volentieri, anche il desiderio di simbiosi con il compagno, la voglia di fare tutto con lui, di fondersi con la fantasia onnipotente di salvaguardare e proteggere il nido costruito insieme. L'uomo, nella maggioranza dei casi, entra nella coppia in punta di piedi, è allenato fin da piccolo a pensare a se stesso, a raggiungere i propri obiettivi, a giocare a fare la guerra con i soldatini per vincere l'avversario e a non farsi vedere piangere quando ha paura. Così strutturato sembra difficile che perda di vista se stesso e i propri bisogni durante tutte le fasi della relazione a due. Ritagliarsi degli spazi è un atteggiamento talmente naturale per l'uomo che non ha bisogno di chiedere alla partner del tempo per sé perché se lo è ritagliato da solo già all'inizio del rapporto, è una condizione "scontata" per lui. Piuttosto… quando avviene il miracolo per la donna? Come mai ad un certo punto, qualcuna si sveglia e comincia a desiderare di starsene un po' da sola? Il viaggio verso una emancipazione comincia per le mamme, le mogli, le amanti, le figlie, le sorelle dopo una delusione d'amore, un matrimonio fallito, quando i figli vanno via; in realtà alla base c'è sempre un dolore, una perdita o un abbandono. Per arrivare a stare un po' da sole serenamente occorre prima aver condiviso tanto, amato tanto, sofferto tanto, solo dopo si può ricercare la solitudine come scelta consapevole, come desiderio puro di autonomia… è una sorta di allenamento vero e proprio!.

Le vacanze senza il partner sono ancora un tabù in Italia, anche se piano piano le vacanze con le amiche stanno diventando un fenomeno più comune. In molti altri paesi, le vacanze separate sono quasi una tradizione invece. Quali, secondo lei, i punti a favore delle vacanze separate, e quali invece i potenziali pericoli per la coppia?

Partire in due significa trascorrere insieme tutto il tempo e anche se è possibile (e salutare) ritagliarsi i propri spazi, una convivenza serrata rischia comunque di far scoppiare un rapporto già in bilico. Durante il soggiorno non bisogna per forza stare sempre insieme: se lui vuole andare a nuotare, nulla impedisce a lei di rimanere sdraiata al sole. L'importante è essere aperti al compromesso e trovare almeno un'attività da praticare insieme. Se uno dei due non è convinto fino in fondo o non si sente ancora pronto per affrontare la convivenza festiva full time con l’altro, sarebbe meglio optare per due viaggi separati, da sfruttar anche come momento di riflessione. L'obiettivo della vacanza è quello di interrompere la routine quotidiana e vivere una pausa di totale libertà. Lasciare a casa i problemi di sempre è il vademecum della vacanza. Perché la vacanza sia davvero utile, bisogna liberarsi dai problemi e dalle preoccupazioni quotidiane, cercando di entrare in una dimensione completamente nuova. Per questo è fondamentale non ricreare i soliti meccanismi di coppia ma diventare più tolleranti, lasciando l'altro davvero libero di essere se stesso. Per riuscirci davvero, ognuno dovrebbe poter scegliere il luogo o la tipologia di viaggio che meglio si adatta alle proprie esigenze. Nel caso di un viaggio di coppia, si tratta di conciliare i bisogni di due individui con personalità differenti: è importante, quindi stare attenti a non imporre le proprie idee all'altro pensando che la vacanza ideale per se debba andar bene per forza anche al partner. Tenere in considerazione anche i desideri dell'altro potrebbe aiutare la coppia ad arrivare ad un compromesso. L'importante è che nessuno dei due debba rinunciare alla possibilità di rigenerarsi. E se non si trova un compromesso? Allora è meglio definire consapevolmente itinerari diversi ma deve trattarsi di una scelta condivisa, non di una fuga. Vacanze separate non vuol dire per forza “tradimento” o “trasgressione” ma realizzazione di spazi, di momenti senza l’altro. Chiaramente se la coppia è cementata da sentimenti forti ed autentici, la villeggiatura separata aiuterà i due ad unirsi ancora di più e le esperienze diverse potranno diventare al ritorno oggetto di condivisione arricchendo la coppia. Se invece la relazione già zoppica al momento della partenza, è possibile che uno dei due o, entrambi i partner, possano sfruttare quell’esperienza da soli come un utile trampolino di lancio per catapultarsi fuori dalla coppia.

I 'me time' è un concetto molto nuovo ma anche molto interessante da approfondire. Avere, anzi trovare, il tempo per fare le cose che piacciono, per dedicarsi ai propri interessi o anche solo per stare sole con i propri pensieri, è sicuramente un lusso che molte donne non possono permettersi (a volte per colpa dei partner o della famiglia). Perché è importante dedicare tempo a se stesse, e quali i suoi consigli per riuscire a ritagliarsi degli spazi personali?

Non è detto che una donna, pur desiderando di fare esperienza di solitudine, sia in grado di affrontarla, di gradire la compagnia di se stessa e di ascoltare i propri pensieri. Abituate a sfruttare il tempo a disposizione per pulire-aggiustare-curare-fare la spesa-stirare-correggere i compiti-cucinare-mettere a posto-insomma tutto ciò che è utile-fare, nel momento in cui si presenta l'occasione di non –fare o di spassarsela ci si sente smarrite, confuse, anzi, a volte si considera quel tempo libero un tempo perso! La donna conosce molto bene il tempo dei doveri, il tempo pesante e non sa proprio dell'esistenza del tempo del piacere, cioè il tempo della leggerezza. Per alcune la ricerca di un tempo per sé potrebbe rappresentare addirittura una fatica ulteriore che si va ad aggiungere al carico giornaliero. Ma cosa vuol dire stare un po' da sole in una condizione di benessere? Imparare ad accogliere tutti quegli scheletri nell'armadio che possono far paura invece di schivarli tutte le volte che si può, così, solo guardandoli da molto vicino è possibile ridimensionarli, scoprendo di essere coraggiose!. Nel silenzio della solitudine, la rabbia, i rancori antichi, le frustrazioni possono amplificarsi, si crea così una occasione ideale per raccogliere in sè tutto ciò che non piace anche per sentirsi più complete. In questo modo si può imparare a conoscere i propri limiti, i condizionamenti, la dipendenza dagli altri. Aderire al pensiero degli altri aiuta a sentirsi meno sole perché si entra a far parte di un insieme, di un gruppo ma la sicurezza in se stesse si cementa solo con la conoscenza delle proprie esigenze emotive, con la consapevolezza delle proprie risorse e con il raggiungimento della libertà interiore che conduce all'autonomia. Quando la donna comincia ad esprimere la propria creatività cioè quando scopre di divertirsi a dipingere, a scrivere, a costruire candele profumate o a piantare fiori e piante etc, può voler dire che sta attivando un vero cambiamento profondo, una trasformazione interiore che ha il potere di restituirle quella tranquillità per poter stare bene nel suo spazio da sola. La vera "solitudine creativa" si racchiude in quella sensazione di libertà dove il pensiero non necessita per forza dell'approvazione degli altri.


Dott.ssa Mariacandida Mazzilli