Psicologia
Donna
Dott.ssa Mariacandida Mazzilli
NOI E GLI ANIMALI

Oggi più che mai, vivendo in città che non favoriscono i rapporti interpersonali, nelle quali il
numero dei componenti dei nuclei familiari è sempre più basso mentre aumentano i "single", può
diventare assai importante la "vicinanza" di un animale domestico. Il rapporto con questi piccoli
amici è squisitamente chiaro, pulito, senza sovrastrutture. In quelle famiglie dove si vivono tensioni
e le emozioni sono soffocate da monotonia e aridità affettiva, la presenza di un cagnolino può
trasmettere vitalità e può divenire il tramite per oltrepassare barriere di silenzio. Si pensi, ad
esempio al figlio adolescente che comunica poco in famiglia: i discorsi possono facilmente essere
convogliati sull'amico a quattro zampe come pretesto per stimolare il dialogo. Anche nella vita di
coppia un cane o un gatto hanno spesso una funzione molto delicata: possono compensare in
parte la mancanza di un bambino o il vuoto che hanno lasciato i figli che sono andati a vivere
altrove. Ogni rapporto, anche quello tra animale e uomo ha bisogno di nutrimento per crescere
sano e costruttivo e quel nutrimento consiste in una dare e avere reciproco, fatto di rispetto e
ascolto delle esigenze biologiche e psichiche di entrambi. Accarezzare il nostro cane quando ci
accoglie al nostro rientro a casa con una ciabatta in bocca facendoci le feste come se fosse
sempre la prima volta che ci vede, giocare con lui o accudirlo quando si è raffreddato o coccolare il
gatto acciambellato sul divano, ci rilassa, riesce a trasmetterci serenità nel quotidiano, ci tiene in
contatto con quei semplici gesti, naturali che richiamano emozioni autentiche. In una società che
spesso costringe a rapide decisioni e ritmi pressanti, l'animale diventa un punto di riferimento
emotivo sicuro. Proprio partendo da tale presupposto, negli Stati Uniti nasce la "pet therapy", l'uso
co-terapeutico della relazione con un animale. Una terapia "dolce", legata agli effetti benefici che si
possono riscontrare sulla salute dei pazienti, soprattutto in relazione a deficit fisici o psichici (si
pensi ad un bambino autistico che ha rotto ogni legame col mondo esterno), all'attenuazione di
ansia, stress o alla compensazione di vuoti affettivi e solitudine. Un animale può rappresentare un
efficace modulatore dello stress quotidiano, ci fa compagnia, ci richiede cure e attenzione, è un
essere attivo, in movimento, curioso, favorisce il rapporto con le altre persone e trasmette allegria.
Anziani e bambini possono trarre grande giovamento dalla presenza di un animale domestico. Le
passeggiate quotidiane per fare i bisognini, svegliarsi la mattina per accudire il cagnolino, andare a
comprare la pappa per lui, accarezzarlo, tutto ciò può aiutare l'anziano a fronteggiare eventuali
sintomi depressivi che possono attivarsi ad una certa età. Per il bambino la figura del genitore è
sempre più spesso rimpiazzata dall'asilo, dalla baby sitter o dalla televisione, con i relativi seri
rischi che si creino vuoti di sofferenza e solitudine. Grazie al rapporto con un animale il bambino
può introiettare un'idea del mondo al riparo dalla violenza dilagante in tv. La presenza di un "pet",
soprattutto nelle prime fasi della vita, può contribuire ad influenzare la formazione delle
impressioni e la sensazione di familiarità, somiglianza ed apprendimento collegata all'animale, può
determinare una sorta di empatia con lui e con tutto ciò che vi è associato. Il rapporto che si
stabilisce tra i due è fondato su affetto senza ambivalenza, su un'intima affinità e un'indiscussa
solidarietà.
Un cucciolo separato dalla madre ha in comune con il bambino la dipendenza dall'adulto per la sua
sopravvivenza nei primissimi mesi di vita. Ma se il "cucciolo d'uomo" sarà destinato a mantenere a
lungo la propria dipendenza dai genitori, l'amico cane, crescendo più in fretta, stimola, con il suo
esempio, il processo di crescita del bambino. Avere un figlio e adottare per lui un cane è un
impegno estremamente complesso e faticoso, ma alla lunga un'esperienza di grande
arricchimento emotivo.
Il bambino che vive con un cane assumerà nella relazione, man mano che il cane cresce con lui e
più velocemente di lui, ruoli diversi, cimentandosi nell' essere genitore quando il cane sarà piccolo
e bisognoso di cure e coetaneo nell'infanzia di entrambi. La separazione dovuta alla morte del
cane, infine, pur rimanendo un evento doloroso nell'esperienza del bambino, preludio di altri
distacchi e separazioni nel corso della vita, rappresenta un importante banco di prova per le prove
grandi che la vita gli presenterà. Sarà inutile quel giorno nascondersi dietro le classiche bugie "è
andato a vivere da un'altra parte" "è fuggito" e via dicendo. Sarebbe invece più corretto educare
fin da piccoli i bambini a comprendere questo concetto, per quanto doloroso, dandogli risposte più
semplici e dirette.
Non va però commesso il grave errore di considerare l'amico a quattro zampe come una persona
o, al contrario, come un oggetto. L'antropomorfizzazione e l'oggettualizzazione rappresentano i
rischi maggiori per la vita sana dell'animale, ma anche per il suo padrone c'è il concreto rischio di
perdere la possibilità di vivere un'esperienza unica, di grande arricchimento emotivo, culturale ed
affettivo che tuttavia può avere origine solo dal rispetto.
Purtroppo accade anche che, per colpa di mode e tendenze crudeli, animali esotici, strappati al
proprio habitat vengano trattati come animali domestici, obbligati ad una vita innaturale fatta di
solitudine e sofferenza fisica. Privati dei loro punti di forza, diventano dipendenti in tutto e per tutto
del loro padrone che diviene l'unico mediatore con il mondo esterno. Si creano così rapporti
anomali con l'animale dove il rapporto esclusivo di dipendenza mette a repentaglio la salute
psichica sia dell'animale che del padrone.



Dott.ssa Mariacandida Mazzilli