Psicologia
Donna

CAMBIARE L'ACQUA AI FIORI UN ROMANZO DI VALERIE PERRIN  


Il romanzo è ambientato in un piccolo paesino della Borgogna, la protagonista è una donna che di mestiere fa la guardiana di un cimitero. Violette Toussaint è bella, dolce, molto accogliente e dai modi garbati. La sua casa si trova nel cimitero e insieme a lei vivono cani e gatti rimasti soli dopo aver perso il loro padrone sepolto proprio lì. Lei se ne prende cura con amore e con la stessa dedizione si prende cura anche delle lapidi, dei fiori, dell'orto e di tutte quelle persone che vanno al cimitero per piangere un loro caro defunto. Sono in molti a trovare consolazione nella casa di Violette, per tutti ci sono sempre una tazza di tè, dei biscotti, una cena improvvisata e anche una parola di conforto per il dolore della perdita. Il cimitero, grazie a Violette, perde quell'atmosfera angosciante e triste dipinta dalla morte e acquista una tonalità più delicata con sfumature di affetto e di speranza. Un giorno bussa alla porta un poliziotto che chiede a Violette di poter seppellire sua madre recentemente scomparsa accanto alla tomba di un signore a lui sconosciuto. Il poliziotto dona a Violette il diario segreto di sua madre pregandola di leggerlo e di custodirlo. Una storia d'amore appassionata emerge dalla lettura del diario ma non solo, saltano fuori legami affettivi tra chi è morto e chi è ancora vivo, vicende personali drammatiche, alcune si colorano di mistero, altre sono ricche di rabbia, di violenza, di rancore. Violette non si limita solo ad osservare cosa accade ma lei stessa si trova aggrovigliata nelle vite dei personaggi sia di quelli che non ci sono più che di quelli in vita. Il romanzo sa raccontare molto bene quella che è la profondità del rapporto d'amore tra una madre e una figlia. Inoltre ci sono scene di tenerezza, di sessualità, di vivacità emotiva. Violette, nella sua semplicità, riesce a trasformare tutto ciò che è doloroso in qualcosa che ha il sapore di una rinascita, in lei c'è la forza della vita che sovrasta la forza della morte trasformandola in qualcosa di buono, di costruttivo. Nessuno accetta mai volentieri una perdita, il più delle volte abbiamo bisogno di negare la realtà almeno momentaneamente perchè il dolore è troppo grande. Elaborare il lutto è un lavoro molto doloroso e faticoso che si cerca di rimandare il più possibile. Il lutto si supera facendo in modo che la voce di chi non c'è più risuoni nella vita di chi resta. E' importante che la vita continui e si rinnovi. Allora Il cimitero diventa un luogo dell'anima, una proiezione all'esterno di qualcosa che si organizza dentro di noi, è un teatro dell'anima che ci aiuta ad accettare la morte come qualcosa di naturale che fa parte della vita. Mi è piaciuto molto questo libro e spero possa incuriosire anche voi. Buona lettura!
Nella foto ci siamo io, Remì e il romanzo naturalmente.



  Dott.ssa Mariacandida Mazzilli








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Dott.ssa Mariacandida Mazzilli