Psicologia
Donna

L’IPOCONDRIA
HA A CHE FARE CON LE NOSTRE INSICUREZZE SULL’AMORE.


L'ipocondriaco vive costantemente in uno stato ansioso, dominato dal timore ossessivo di essere malato. Ricerca di continuo rassicurazione anche quando intuisce che, nonostante tutto, questa presunta malattia non sussiste, consapevole in fondo dell'insensatezza dei propri comportamenti. La nevrosi ipocondriaca è caratterizzata proprio dal dubbio, quel tarlo morboso, refrattario al confronto con chiunque . Il disagio non riguarda solo il rapporto alterato con il proprio corpo bensì tutte quelle profonde paure e dubbi sull'amore che ci coinvolgono da quando siamo bambini. Infatti, se ci fate caso, le crisi ipocondriache collimano proprio con una esperienza vissuta come un abbandono: un lutto, una separazione, la partenza per lavoro del proprio partner etc.La ricerca disperata di rassicurazione nasconde il bisogno di un porto sicuro. Vi è un profondo desiderio di essere accolti all'interno di un contesto affidabile, di potersi appoggiare e di poter interiorizzare un punto di riferimento. In quei momenti si ha la sensazione angosciante di non controllo del proprio corpo. Come se si venisse a smarrire la percezione di unità e di equilibrio di noi stessi. Come se la percezione della nostra immagine subisse una vera e propria frammentazione. La rappresentazione che ognuno di noi ha di sé si attiva nei primi stadi dello sviluppo infantile. Il senso di unità e di identità, per prendere forma, ha bisogno del costante rapporto rassicurante e di fiducia con la figura materna o comunque della persona che si prende cura di noi. Infatti è proprio l'altro che riconosce e garantisce l'amabilità della nostra entità. Se la mamma è rassicurante e accogliente ci restituisce un senso di coerenza corporea. Se invece la figura di riferimento si mostra incoerente e distante, l'immagine di noi verrà interiorizzata probabilmente fragile e confusa. Allora possiamo comprendere perchè, in alcuni momenti particolarmente dolorosi e stressanti della vita da adulti, possa riemergere un dubbio nei confronti della nostra amabilità!. Specialmente quando il partner o una persona a noi cara si allontana lasciandoci disorientati, sopraffatti da un forte senso di solitudine. Alla base di questo meccanismo doloroso c'è la messa in discussione della presenza dell'altro, si riapre così quella ferita antica mai risolta che ci aveva visti dubbiosi da bimbi sulla presenza della figura di riferimento e ancora dubbiosi da adulti sulla presenza del partner o di una persona di riferimento dalla quale siamo in qualche modo dipendenti. L'angoscia per l' insicurezza della relazione si estende all'angoscia per la precarietà per il proprio corpo.



  Dott.ssa Mariacandida Mazzilli








Un quadro di Vladimir Volegov .





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Dott.ssa Mariacandida Mazzilli