Psicologia
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COME NE USCIAMO DALLA DIPENDENZA AFFETTIVA? FINENDOLA DI COMPORTARCI DA BAMBINE/ BAMBINI!


Coloro che soffrono di dipendenza affettiva fanno dipendere la propria serenità e il proprio benessere dagli altri. Danno molto rilievo a ciò che gli altri pensano di sé e sono portati ad affidarsi cioè a consegnare totalmente la propria persona nelle mani di chi sentono essere importante per la propria vita. Privi di autonomia, convivono con una dolorosa sensazione di non valere niente, colmi di insicurezza e bassa autostima. Sono attratti da partner non disponibili, sposati o problematici, depressi, evitanti, anaffettivi comunque non accessibili all'amore. Enfatizzano i propri sentimenti, si legano disperatamente a persone che accendono il loro quotidiano facendoli vivere come sulle montagne russe dove le emozioni e i sentimenti subiscono continui alti e bassi, caldo e freddo. Questo protrarsi di turbamenti emotivi fanno esplodere la passione che spesso viene confusa con l'amore profondo. Inoltre, all'interno di queste relazioni tossiche, non riescono a imporsi o semplicemente a fissare delle regole e a dire no quando non se la sentono di fare qualcosa. Accondiscendono sempre negando sistematicamente la propria rabbia per paura di rimanere soli e, all'idea di essere abbandonati, vivono un'ansia molto forte che spesso può trasformarsi in attacco di panico. Difficilmente coltivano passioni e interessi poiché non riescono a mettere in primo piano la propria persona concentrandosi sui propri bisogni e desideri ma dedicano la maggior parte del loro tempo a pensare al partner e a controllarlo. Pretendono attenzioni continue dal partner anche quando questi non ne vuole proprio sapere. Ma i dipendenti affettivi hanno gli strumenti per comprendere che il partner non abbia nessuna intenzione di dedicare loro attenzioni? Non credo. Queste persone hanno così tanta fame d'amore che sono portate ad alterare la realtà e fanno fatica ad accettare che la persona dalla quale sono dipendenti non è esattamente come loro hanno creduto che fosse. A poco a poco si allontanano dagli altri per dedicarsi unicamente al partner. Non sembrano mostrare interesse per niente e nessuno, avvicinano amici e parenti solo per un tornaconto esclusivamente personale: avere modo di poter parlare, quasi ossessivamente, della loro storia travagliata con il partner mostrandosi vittime della situazione. Questo modo di fare non assomiglia moltissimo al modo di relazionarsi che hanno i bambini nei confronti della loro madre o comunque dell'adulto del quale sono (giustamente) dipendenti? Per i bimbi il genitore è al centro di tutto, attraverso lui interpretano le proprie emozioni, cercano di comprendere cosa accade nella realtà, si appoggiano completamente, si affidano e spesso fanno ciò che pensano faccia piacere alla propria madre o al proprio padre per timore di non essere amati o per timore di essere abbandonati. I dipendenti affettivi in realtà non accettano di essere adulti ma continuano all'infinito a fare i bambini, a comportarsi in maniera infantile non responsabilizzandosi mai di sè. Per loro è faticoso centrarsi, imparare ad ascoltarsi, fare esperienza di solitudine creativa per definire la propria identità e imparare finalmente ad essere autonomi emotivamente. Preferiscono rinunciare ad essere se stessi, appoggiarsi al partner-genitore che in fantasia dovrebbe risolvergli la vita invece gliela complica in modo definitivo mettendo le catene alla propria libertà.



  Dott.ssa Mariacandida Mazzilli








Un quadro di Gustav Klimt.





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Dott.ssa Mariacandida Mazzilli