Psicologia
Donna
C’ERA UNA VOLTA L’EMPATIA


“Mio marito mi ha lasciata per un’altra donna, mi sento persa, disorientata, sto male.” “Perlomeno sai la verità e poi fregatene, divertiti, goditi questa libertà”. “ Il mio capo ci ha provato con me, l’ho rifiutato ma mi sento a disagio quando lo incontro, non mi saluta e si comporta come se non esistessi, temo per il mio lavoro” “Almeno sai di essere ancora una bella donna, dai, su, cosa vuoi che sia, tanto si sa che gli uomini ci provano, rimedia invitandolo a cena così gli dai un contentino e tutto finisce lì”… “Ho perso una persona cara, non dormo più la notte, sono dimagrita e mi sento spesso nervosa” “Perlomeno hai ereditato una casa tutta per te, perché non organizzi una cena uno di questi giorni, potresti distrarti un po’, io posso portare la torta con le mele”…Le risposte a queste richieste di aiuto e di comprensione sono taglienti, fredde, incapaci di accogliere le emozioni di chi è in difficoltà ma intenzionate solo ad abbellirle, a ricamarci su quasi negando l’effetto doloroso che questi stati d’animo portano con sé. L’empatia è mettersi nei panni dell’altro e non giudicarlo ma è soprattutto una scelta coraggiosa di chi, nel momento in cui entra in contatto con un’emozione di qualcun altro, deve essere prima di tutto entrato in contatto con qualcosa dentro di sé che conosce e riconosce quei sentimenti. Diventa fondamentale scivolare nella dimensione emotiva dell’altro, non respingere ciò che sente l’altro né infastidirsi ma rimanere con lui. Trovarsi emotivamente lì dove si trova l’altro in quel momento certo non risolve ma crea uno spazio speciale all’interno del quale prende vita il legame, occasione unica per non sentirsi soli ma reagire. “Mio marito mi ha lasciata per un’altra donna, mi sento persa, disorientata, sto male”. “ Deve essere terribile ritrovarsi soli dopo tanti anni di convivenza”…”Il mio capo c’ha provato con me, l’ho rifiutato ma mi sento a disagio quando lo incontro, non mi saluta e si comporta come se non esistessi, temo per il mio lavoro” “A volte non è per niente facile relazionarsi nel mondo del lavoro, è così sottile il filo che separa le persone e i loro caratteri dal ruolo professionale…non so cosa consigliarti, al tuo posto anche io mi sentirei a disagio però ti ringrazio per averlo confidato a me, grazie per la fiducia e la stima che mi hai dimostrato raccontandomelo” “Ho perso una persona cara, non dormo più la notte, sono dimagrita e mi sento spesso nervosa” “Posso abbracciarti?”.
Un quadro di Pierre-Auguste Renoir.


Dott.ssa Mariacandida Mazzilli
Dott.ssa Mariacandida Mazzilli